

Mu.Vi.Lazio
Museo virtuale delle città e dei territori
del Lazio antico
Limiti territoriali e cronologici della ricerca.
Per Lazio antico si intende generalmente tutta l'area, lungo la riva sinistra del Tevere, oltre il quale si estendeva l'Etruria, all'incirca in corrispondenza della valle del Fiora; ne erano esclusi i monti Lucretili e i Simbruini. Il limite nord-est era segnato dal percorso del fiume Aniene; quello est dalla valle del Sacco e del Liri. A sud si spingeva fino al il monte Massico, poco a nord del fiume Volturno.
Ma questa estesa realtà è il frutto di accorpamenti successivi.
La lettura e l’analisi delle fonti antiche hanno permesso di definire
i nuclei che nel corso del tempo si sono aggiunti a quello originario
e sono andati a costituire il Latium nell’accezione più
vasta. Gli stessi autori antichi dividevano l’intera area in due
nuclei: il Latium vetus e il Latium adiectus (aggiunto)
(figura 1).


Figura 1
Figura 2
Anche il nucleo più antico, però, è risultato essere frutto di un’espansione.
L’analisi delle fonti letterarie antiche ha permesso di definire
lo spazio entro il quale abitavano le popolazioni originariamente
Latine, e quindi di definire i limiti originari del primo Latium
vetus. Sappiamo da Plinio il Vecchio che, ancor prima che nascesse
Roma, in un periodo che la critica moderna definisce età pre-urbana,
intorno al 1000 a.C., esistevano 30 populi confederati
– tre dei quali occupavano il sito su cui poi sorgerà Roma -, tutti
discendenti da Alba Longa.
Plinio il Vecchio, Storia Naturale, 3.68-69:
In prima regione praeterea fuere in Latio clara oppida… et cum iis carnem in monte Albano soliti accipere populi Albenses: Albani, Aesolani, Accienses, Abolani, Bubetani, Bolani, Cusuetani, Coriolani, Fidenates, Foreti, Hortenses, Latinienses, Longani, Manates, Macrales, Munienses, Numinienses, Olliculani, Octulani, Pedani, Poletaurini, Querquetulani, Sicani, Sisolenses, Tolerienses, Tutienses, Vimitellari, Velienses, Venetulani, Vitellenses.
Trad.
Nella prima Regione erano inoltre alcune famose città e con queste erano solite mangiare ritualmente le carni sul monte Albano i populi Albenses: Albani, Aesolani, Accienses, Abolani, Bubetani, Bolani, Cusuetani, Coriolani, Fidenates, Foreti, Hortenses, Latinienses, Longani, Manates, Macrales, Munienses, Numinienses, Olliculani, Octulani, Pedani, Poletaurini, Querquetulani, Sicani, Sisolenses, Tolerienses, Tutienses, Vimitellari, Velienses, Venetulani, Vitellenses.
La localizzazione dei siti occupati da ciascuno di questi popoli, ha permesso di definire lo spazio originario del Latium: questo si estendeva lungo la costa del mar Tirreno, dalla riva sinistra del Tevere al corso dell’antico Nymphaeus (oggi Moscarello) ed era limitato a nord dal fosso del Fiora, i monti Lucretili, l’Aniene, fino all’incirca alla zona degli altipiano di Arcinazzo e includeva il nucleo settentrionale dei monti Lepini (figura 2). La ricostruzione qui proposta si basa sulla sintesi degli studi ormai secolare sull’argomento (si veda M.C. Capanna, Le espansioni dell’ager in età regia, in Workshop di Archeologia Classica, 2, 2005, pp. 173-188, con bibliografia precedente. Questa nostra ipotesi è stata ulteriormente aggiornata in base ai più recenti A. Grandazzi, Alba Longa, histoire d'une légende, Roma 2008, D. Palombi, Alla frontiera meridionale del Latium vetus. Insediamento e identità, in D. Palombi (a cura di), Il tempio arcaico di Caprifico di Torrecchia (Cisterna di Latina). I materiali e il contesto, Roma 2010 pp. 173-225).
Fu già il primo re di Roma, Romolo, (753-717 a.C.) a estendere i confini di Roma oltre il limite nord-occidentale del Latium, conquistando una fascia di territorio sulla riva destra del Tevere, sottraendolo agli Etruschi. La prima espansione del Latium verso sud, a discapito del territorio dei confinanti meridionali dei Latini, la popolazione dei Volsci, risale, invece, secondo gli autori antichi, alla seconda età regia (616-509 a.C.), quando i re di Roma, Tarquinio Prisco prima e Tarquinio il Superbo poi, conquistarono la pianura Pontina. Nel corso dell’età Repubblicana (509 a.C.-27 a.C.) Roma confermò la sua egemonia sui Latini e sui popoli italici confinanti, tanto che quando Augusto nel 7 a.C. riorganizzò l’amministrazione dello stato Romano e definì i limiti territoriali delle 11 Regioni in cui suddivise l’Italia, al Latium attribuì anche quel settore, definito adiectus e che originariamente era occupato da Volsci, Ernici e Aurunci.
Dal punto di vista cronologico la ricerca è stata limitata ai 16 secoli compresi tra il IX secolo a.C. - periodo a cui si possono far risalire i più antichi impianti proto-urbani – e la metà del VI secolo d.C. – cioè fino all’epoca delle guerre greco-gotiche (535-553 d.C.) che segnarono la fine del mondo antico.